Hermann Walter è un giornalista del “Goldfish”, il più importante giornale di Praga. In realtà, la rivista è una copertura: l’agenzia si occupa infatti di risolvere conflitti su scala internazionale.

È il 1921, ma diverso da quello che conosciamo: in Russia la Rivoluzione ha fallito e Anastasia Romanov cerca di mantenere l’integrità di uno stato quanto mai frammentato, ove l’influenza delle potenze straniere dilaga al pari del malcontento. L’intera Europa, sebbene all’indomani della Grande Guerra, è un calderone pronto a rovesciarsi al primo tremore.

Il giovane viene inviato dal suo capo, il carismatico Mr. Jakob, in soccorso del dottor Larson, un luminare inventore che, nel suo ultimo, disperato telegramma, millantava di aver inventato “una macchina in grado di svelare la vera natura delle persone”. Mr. Jakob teme per l’incolumità del dottore, dato che le potenze europee cercheranno senza dubbio di porre le proprie mani sulla macchina.

Hermann e Korotkov, un suo collega e amico da sempre, salgono dunque a bordo di un treno a pressione diretti a Vienna o, come ora viene nominata, “la Città Pneumatica”. Si tratta di un’oligarchia retta da un governo di stampo comunista basato sulle figure di riferimento dei Capipopolo, ognuno reggente di un determinato settore, sia esso produttivo o amministrativo, della città-stato indipendente. Un terreno perfetto per svolgere le proprie ricerche, soprattutto se al limite dell’etico, e forse per questo scelto dal dottor Larson per la sua opera.